Protesi totale di anca mini-invasiva

Cos’è

L’intervento di protesi totale di anca consiste nel sostituire l’articolazione coxo-femorale usurata ovnecrotica con dispositivi biomedici in grado di riprodurre la conformazione e di conseguenza la funzione articolare. Rappresenta uno dei più grandi traguardi della chirurgia moderna ; definito come intervento del secolo per l’alto tasso di successo ed il notevole beneficio che apporta in termini di qualità di vita.

Com’è composta?

La protesi si compone di una coppa acetabolare rivestita di metalli porosi che si integrano nell’osso e di uno stelo che viene introdotto all’interno del canale femorale; a seconda della tipologia di paziente e della qualità ossea, lo stelo potrà essere “incastrato” nel canale femorale o “saldato” all’osso mediante impiego di cemento. Lo stelo si articola alla coppa acetabolare mediante una testina, più comunemente di ceramica o più raramente di metallo, ed una “scodella” di polietilene o ceramica.

Mini invasività

Le procedure moderne coniugano mini invasività (incisione di pochi centimetri), e risparmio delle strutture muscolari profonde (si passa per lo più attraverso i muscoli), il tutto ovviamente non può prescindere dal corretto e preciso posizionamento delle componenti protesiche che risulta essere l’obiettivo principale da perseguire.

Ad ogni paziente la sua “via chirurgica”

I moderni approcci chirurgici consentono di essere estremamente risparmiosi sulle strutture muscolari. Esiste tuttavia la possibilità di incrementare la personalizzazione della procedura , scegliendo sulla base delle caratteristiche spino-pelviche del paziente, la migliore “breccia chirurgica” per poter garantire un corretto posizionamento delle componenti ed al contempo incrementare la stabilità dell’impianto. Nella fattispecie, a seconda dei casi, si potrà optare per la via anteriore, via anterolaterale (ABMS), via posterolaterale, via sopracapsulare.

Pianificazione

Il successo della chirurgia, passa per una sapiente pianificazione.
Analogamente alla progettazione di un ingegnere per poter avviare la costruzione di un edificio, l’atto chirurgico non può prescindere da un minuzioso planning preoperatorio, condotto sia su film radiografico che in modalità digitale mediante sofisticati software di pianificazione. La buona riuscita della procedura chirurgica sarà la risultante di un’accurata pianificazione e della sua fedele riproduzione intraoperatoria

Ripresa rapida del cammino

Con i moderni approcci mini invasivi e l’impiego delle più attuali linee terapeutiche di gestione del sanguinamento e del dolore,è possibile fin dal giorno stesso dell’intervento mobilizzare l’articolazione in modo confortevole per il paziente, andare in piedi e deambulare con ausilii (fast track)

Durata dell’impianto

Con l’avanzamento della ricerca bioingegneristica, gli impianti moderni, per caratteristiche di design e materiali, giovano di spiccata longevità. Ad oggi, per quanto non sia possibile stabilirlo con certezza, si è molto fiduciosi che la durata sia superiore ai canonici 15-20 anni di cui si parlava in passato; l’usura dell’impianto è strettamente correlata alle attività di carico a cui viene sottoposto